Tutti insieme per ricordare, ancora una volta, Piera Merico Buzzella, la sua passione per la letteratura e per l’arte, la sua attenzione alla cultura e ai giovani.
Scomparsa nel gennaio 2019, la moglie di Mario Buzzella, tra le prime donne italiane a laurearsi in Chimica e, al fianco del marito sin dagli anni della nascita della Coim di Offanengo, nel 1987 era stata tra le fondatrici del Lions club Crema Gerundo, inizialmente solo femminile. Per questa ragione il sodalizio le ha dedicato un Concorso Letterario alla memoria, riservato a sole donne maggiorenni, giunto alla quarta edizione, quest’anno dal tema “Il mio filo d’Arianna”
Il 19 settembre scorso, nella sala Bottesini della Fondazione San Domenico di Crema, si sono tenute le premiazioni. In assenza del Presidente del Lions Club Crema Gerundo, Alberto Lepre, a fare gli onori di casa hanno pensato gli altri componenti del sodalizio, tra cui Ombretta Cè e Isa Gelera, quest’ultima ha fatto parte della giuria, presieduta da Emma Sangiovanni e composta anche dal Direttore del Quotidiano “La Provincia” Paolo Gualandris, da Luisa Guerini Rocco e dal giornalista Walter Bruno.
In sala non potevano mancare i figli di Mario e Piera Buzzella, Francesco e Beatrice.
Nel complesso sono stati 24 i testi in prosa arrivati, in forma anonima, sul tavolo dei giurati; il primo premio da € 800 è andato a Anna Zanibelli di Trigolo, secondo posto per Beatrice Bert di Milano (€ 500), terza Graziella Vailati di Bagnolo (€ 300) e tre segnalazioni, per Giuliana Arpini, Enrica Suprani e Samah Ould Rahalia.
Il club ha già in previsione di organizzare il concorso anche per il 2024, sostenuto e finanziato, come sempre avvenuto sino ad oggi, proprio dalla famiglia Buzzella
La serata del 26 ottobre scorso ha visto riuniti i Lions club della Terza Circoscrizione Zona A in un clima di fattiva amicizia e collaborazione, animati dallo spirito del “fare” e del “fare bene” per la comunità.
L’incontro, organizzato dai Lions club Soncino e Crema Gerundo, guidati dai rispettivi Presidenti Adriano Corradini e Alberto Lepre, ha visto la presenza della Presidente di Zona Anna Fiorentini, nonché la partecipazione di numerosissimi soci e ospiti, per ascoltare la ghiotta conferenza della enogastronoma Annalisa Andreini, nota food blogger e food writer.
La relatrice ha commentato ed inquadrato i piatti della tradizione cremonese dal punto di vista della loro origine, quasi sempre in ambienti semplici e con l’impiego di prodotti della nostra terra, ricchi di gusto e di tanto amore per la famiglia.
La tradizione gastronomica, che trova fondamento nella storia del territorio, non può e non deve fossilizzarsi, ma gradualmente adeguarsi al gusto delle persone, che muta nel tempo, pur conservando i capisaldi della cucina locale. Tenere vive le usanze significa anche influenzare al meglio le future generazioni che, invece, oggi subiscono l’influenza della globalizzazione culinaria, che prescinde dalle nostre origini.
La nostra cultura gastronomica ha altresì come base la genuinità che animava e ancora anima il focolare domestico. Questi sentimenti così vivi e veri hanno caratterizzato la serata, a cui sono intervenuti anche i Lions club Crema Host, Pandino Gera d’Adda Viscontea, Crema Serenissima, Castelleone, creando legami di coesione tra i clubs, che cercheranno di continuare a trovare punti di convergenza per realizzare iniziative insieme nel tradizionale spirito lionistico dedito al servizio per gli altri.
Il 14 settembre scorso i soci del Lions club Crema Gerundo si sono ritrovati per l’incontro con il Dott. Walter Bruno, giornalista e manager dell’Istituto Clinico Humanitas, ospedale ad alta specializzazione, centro di ricerca e sede di insegnamento universitario.
Il Presidente Alberto Lepre, dopo i saluti alla Presidente di Zona Anna Fiorentini ed agli altri graditi ospiti, ha dato la parola al Dott. Bruno, che ha illustrato gli aspetti salienti del suo lavoro: prima di tutto il contatto con gli operatori sanitari di questa struttura, diventata da anni un’eccellenza nel campo ospedaliero italiano e internazionale, grazie anche alla presenza del corso di laurea in Medicina e Chirurgia in lingua inglese frequentato addirittura per il 41% da studenti provenienti da ogni parte del mondo. Ha poi affermato che i termini “rispetto, ricerca e competenza” sono i cardini a cui fanno riferimento i novemila dipendenti della struttura, che ha numerose sedi in Italia: Bergamo, Castellanza, Torino, Catania e Rozzangeles come, spiritosamente, Bruno ha definito la sede principale di Milano/Rozzano.
Grande importanza assumono, inoltre, le parole “cura e bellezza”, tanto che le pareti dei reparti sono state arricchite con immagini raffiguranti importantissime opere pittoriche per rendere meno “triste” e più gradevole l’ambiente ai pazienti ricoverati; inoltre sono anche esposti ben cento ritratti, realizzati da un grande fotografo, di donne guarite da malattie oncologiche che si sono rese disponibili ad aiutare con i loro volti e i loro sorrisi le altre pazienti.
Non è mancato poi un commovente ricordo del momento pandemico e della disponibilità e competenza di tutto il personale sanitario in primis del Dr. Alberto Mantovani, grande immunologo, di fama internazionale e Direttore Scientifico della struttura.
La relazione del Dott. Bruno è stata di grande respiro e oltremodo accattivante e ha saputo suscitare attenzione, interesse ed emozione in tutti i soci presenti, che si sono sentiti stimolati a riflettere approfonditamente sul ruolo della nostra associazione per iniziare a progettare un nuovo domani, con coraggio ed energia, mantenendo sempre presente il motto “We Serve”.