Nell’intermeeting on line del 29 marzo è stato presentato uno studio storico-etimologico dei patronimici del territorio lodigiano, curato da Andrea Finocchiaro e Valerio Ferrari, che fa parte del progetto editoriale “Cognomi della Lombardia. Dizionario storico-etimologico”, pubblicato dalla Casa Editrice Mauri, di cui era presente la direttrice Valentina Mauri.
Ha introdotto l’argomento il Prof. Finocchiaro, laureato in Lettere e specializzato in Archeologia Classica, che ha fornito innanzitutto la definizione della parola “cognome”, derivante dal latino co-nomen, ovvero “nome aggiunto”, utilizzato per l’identificazione di una persona e per evitare le omonimie. La prima interessante curiosità riguarda proprio l’Italia che, con i suoi 60 milioni di persone, ha più di 350.000 cognomi diversi, a fronte degli appena 700 della Cina, che conta 1 miliardo e 400.000 abitanti! E in effetti, precisa Finocchiaro, in questo ambito deteniamo il record mondiale, sia per ragioni storiche (l’Italia è stata divisa per millenni sotto dominatori diversi) sia linguistiche, essendo stato l’italiano per molto tempo solo una lingua letteraria e poco parlata, in quanto prevalenti ovunque i dialetti.
Nell’antichità, si è passati dal patronimico Greco (ad es. il Pelide Achille, figlio di Peleo) ai “tria nomina” dell’antica Roma (praenomen, nomen, cognomen, quest’ultimo inteso come soprannome). Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente decade, oltre al resto, anche il sistema onomastico ed i nuovi dominatori Longobardi, Franchi, Goti e Visigoti lo semplificano usando un solo nome, come Alberto o Raimondo. Nel Basso Medioevo, migliorando le condizioni economiche e rifiorendo il commercio e la compravendita di beni mobili e immobili, si sente la necessità di identificare le persone e i gruppi familiari, sia vivi che già defunti, per una maggiore precisione negli atti notarili. Sei sono le categorie cognominali: i Patronimici e i Matronimici (rispettivamente nome maschile e nome femminile del capostipite, i secondi molto meno numerosi); i Toponimi ed Etnici, derivanti dai luoghi di origine degli antenati; i Mestieri, riferiti al lavoro svolto dal capostipite; i soprannomi e infine i cognomi dei trovatelli, assegnati ai bambini orfani. E da questo punto in poi, il Prof. Valerio Ferrari, studioso di storia naturale e appassionato di onomastica, ha fatto un excursus sulle categorie citate esaminando cognomi lodigiani fra cui, iniziativa molto apprezzata, anche molti dei soci dei due club organizzatori, per alcuni dei quali ha precisato che si può risalire addirittura al 1100, 1200.
Nel Lodigiano i cognomi si sviluppano ed evolvono nel tempo, finché nel XVI secolo, dopo il Concilio di Trento, entra in vigore l’obbligo di tenere i libri dei morti e dei nati e quindi i cognomi si stabilizzano. I due autori hanno esaminato una vastissima documentazione dal Medioevo al XVII secolo, scegliendo questo periodo come base per il dizionario sui cognomi della Lombardia. Il Lodigiano ha subito più volte un rinnovamento notevole dovuto prevalentemente al grande movimento delle popolazioni di montagna o di campagna per necessità o lavoro, come erano lo spostamento dei greggi dagli alpeggi ai pascoli di pianura o i traslochi da un territorio all’altro seguendo le stagioni delle coltivazioni di campagna.
La storia dei cognomi si è così tradotta in un autentico viaggio nel tempo, intessuto di storia, economia, geografia e sociologia.
Silvana Anzellotti