SU SPORT E DISABILITÀ A BOBBIO SOFFIA FORTE IL “VENTO” DELL’INCLUSIONE

Simone Boiocchi, 28 anni e tanta forza nelle gambe da essere chiamato “Vento” per la sua velocità, è il portacolori di Atletica Piacenza che, insieme all’ex portiere di Serie A Astutillo Malgioglio, nella mattinata di sabato 30 aprile scorso, ha incontrato i giovani dell’Istituto Omnicomprensivo di Bobbio al Cinema “Le Grazie”, alla presenza delle Autorità locali, del PDG Massimo Alberti, della Presidente di Zona Doriana Zaro, del Presidente del Lions club Bobbio Angelo Bisagni e di diversi soci. 
Dopo due anni di silenzio, a causa della pandemia, riprendono le attività di sensibilizzazione al problema della disabilità portate avanti dal L.C. Bobbio, in collaborazione con le Istituzioni, il mondo della scuola e i gestori del cinema Stefano Bernardi e Cosetta D’Isola.  La Referente del club Renata Draghi, organizzatrice dell’evento, quest’anno aveva previsto la presenza anche del grande canoista di origini argentine Esteban Farias, da anni residente nel piacentino e recente vincitore della medaglia d’argento alle gare di Coppa del Mondo di Szeged (Ungheria) 2021, la cui storia di coraggio e tenacia è stata raccontata ai presenti dalla Delegata Provinciale del Comitato Paralimpico Marta Consonni.
La storia di Simone Boiocchi è stata invece narrata dalla sua più grande sostenitrice, che lo accompagna sempre e da sempre: la mamma Barbara. Sì, perché il giovane atleta è nato con una malformazione all’apparato fonatorio che gli rende difficile comunicare verbalmente, quindi è la voce commossa e nel contempo orgogliosa di Barbara a raccontare l’infanzia e l’adolescenza di Simone, il suo confronto continuo col fratello gemello più fortunato di lui e da lui amatissimo, le difficoltà quotidiane e gli sforzi per superarle e costruire,  grazie a un eccellente lavoro di squadra, un bellissimo percorso di crescita sportiva e di inclusione che lo ha portato a gareggiare con i migliori atleti italiani, sfiorando il podio ai Campionati Nazionali Indoor FISDIR di Ancona proprio nel marzo scorso.
Quanto bene può fare lo sport non solo per gli atleti come Simone, ma per tutti i ragazzi e tutti noi è stato ribadito dalle parole di Astutillo Malgioglio, portiere di alcune tra le più importanti squadre di calcio italiane degli anni ’70-’90 insignito nel novembre scorso dal Presidente Mattarella del Premio di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana “per il suo costante e coraggioso impegno a favore dell’assistenza e dell’integrazione dei bambini affetti da distrofia”. Malgioglio ha spinto forte l’acceleratore sul problema dell’integrazione, invitando i presenti a “non girarsi mai dall’altra parte di fronte a una persona disabile, in qualunque situazione, s’intende, ma in particolare nel mondo dello sport: questi atleti hanno bisogno di noi, di tutti per sentire di potercela fare, ma devono essere guardati ‘con il cuore’, lo stesso cuore che a noi, a volte, manca e che invece loro hanno e, anzi, è proprio ciò che davvero li rende ‘diversi’, non la loro disabilità”.
Storie esemplari quelle di Esteban, Simone e Astutillo, che confermano l’importanza di un tema da sempre molto caro al Lionismo, quello della pratica sportiva come mezzo di inclusione sociale. Storie arrivate davvero diritte al cuore di tutti i presenti, che le hanno accolte con numerosi e prolungati applausi, a coronamento di una mattinata scolastica in cui a fare lezione è stata la vita, quella vera.                                                                                                             

Maria Grazia Cella

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