COTTARELLI: «IO AL GOVERNO? DIPENDE A FAR COSA…»

Carlo Cottarelli, 66 anni, apprezzato economista ed editorialista, in Italia ed all’estero. È stato ospite del Lions Club Vescovato lo scorso 6 settembre. Per tanti motivi.

Il primo, la commovente visita a casa di Mario Davini, 103 anni, amico in gioventù di suo padre Celeste, vescovatino doc. La calorosa accoglienza, alla presenza di familiari ed amministratori locali, ha subito creato un clima di cordialità intima e genuina, fatta di ricordi e di emozioni, evidenti sul volto dei presenti.

Il secondo motivo della presenza di Carlo Cottarelli è stato il partecipato incontro pubblico, cui ha preso parte, presso l’Oratorio La Rocca. A tema, «Parlare di economia al tempo del Covid-19». Sollecitato dalle domande rivoltegli dal direttore del quotidiano La Provincia, Marco Bencivenga, ha fornito alcune indicazioni utili, per aiutare a prendere coscienza dei problemi e delle criticità, che stiamo attraversando in un’epoca non ancora “post”, bensì “in-Coronavirus”, con l’incertezza che ciò comporta sul quadro economico nazionale. Ha così parlato a ruota libera di spesa pubblica, di politica, di Mes e di spending review, di spread e di Recovery Fund, di Bce e di debito pubblico, di fisco e di Europa. Con disinvoltura e competenza.

Del resto, ha un curriculum vitae, che parla da solo. nominato commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica dal governo Letta nel 2013, poi direttore esecutivo nel Board del Fondo Monetario Internazionale dal governo Renzi nel 2014, Carlo Cottarelli dal 2017 è direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nonché professore visitatore presso l’Università Bocconi di Milano, dove tiene un corso di Fiscal Macroeconomics. Per tre giorni è stato anche presidente del consiglio, incaricato dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ruolo cui lui stesso ha rinunciato, essendosi improvvisamente create le condizioni per la nascita del primo governo Conte.

È senza dubbio una tra le persone più qualificate, cui chiedere quali siano le condizioni di salute dell’economia italiana, oggi: «In questo momento la situazione è disastrosa – ci risponde – forse meglio però di quanto si temesse qualche mese fa. Si prevedeva una caduta del nostro reddito tra l’11 ed il 13%, probabilmente ci fermiamo invece al 9. Stiamo a vedere…».

Lei ha scritto diversi libri dai titoli rassicuranti, da La lista della spesa. La verità sulla spesa pubblica italiana e su come si può tagliare Il macigno. Perché il debito pubblico ci schiaccia e come si fa a liberarsene, da I sette peccati capitali dell’economia italiana Pachidermi e pappagalli. Tutte le bufale sull’economia a cui continuiamo a credere. Ma allora perché nessuno ha ancora seguito le ricette, che propone? «Perché non sono io al governo – scherza – No, prima della crisi c’erano alcune cose che tutti dicevano di dover fare come la lotta alla burocrazia, alla corruzione, all’evasione fiscale, una giustizia civile che funzioni meglio, una pubblica amministrazione efficiente… Alla fine, però, non vengono mai considerate come autentiche priorità. Forse dipende anche dall’opinione pubblica, che evidentemente vota chi non ritenga urgente tutto questo, per cui non si fa».

A proposito di governo, Lei ne ha già avuto un assaggio. Al prossimo giro, almeno un Ministero se lo aspetta? «Non lo so, per ora faccio il predicatore e basta, non penso di scendere in politica, anche se non escludo di farlo in futuro».

Ma se venisse chiamato a far parte del prossimo governo, valuterebbe l’offerta? «Dipende chiamato a fare cosa. Sono già stato convocato per una cosa che sembrava fattibile, un governo tecnico soltanto per portare il Paese a elezioni: quando me lo propose il presidente Mattarella, accettai. È sempre un onore per un italiano avere un ruolo di governo… Però bisogna vedere a fare cosa».

Al termine dell’incontro pubblico, il Sindaco di Vescovato, Gianantonio Conti, nel corso di una breve cerimonia, ha conferito la cittadinanza onoraria a Carlo Cottarelli, in considerazione dei suoi prestigiosi successi personali, riscossi in ambito nazionale ed internazionale, nonché delle radici vescovatine della sua famiglia.

In chiusura ha avuto luogo la tradizionale cena del Lions Club Vescovato presso il ristorante «Il Mappamondo» ha offerto l’occasione per ulteriori scambi di doni, nonché per un’appendice conviviale ed informale, a coronamento della splendida giornata.