SPIGOLATURE DI STORIA VESCOVATINA

Una delle principali azioni di servizio di un Club Lions consiste nel valorizzare la città su cui esso insiste, relativamente al suo patrimonio di cultura, tradizione e storia.
Il LC Vescovato, guidato da Carlo Giorgetti, ha dato vita ad un interessante meeting, improntato ad un dotto revival di momenti e personaggi significativi che hanno caratterizzato la realtà locale. Relatore è stato il prof. Erminio Morenghi, di origine cremonese, scrittore, germanista e cultore di letteratura austriaca presso l’Ateneo di Parma, dove ha insegnato come assistente e professore a contratto. Ha pubblicato monografie, saggi ed articoli nel campo della letteratura tedesca ed austriaca, è autore di numerosi libri di arte e di storia. Proprio durante questa serata, il professore ha colto l’anima ed i protagonisti della storia di Vescovato attraverso alcune considerazioni, da lui stesso definite “spigolature”. E’ partito ricordando una fatto molto importante: quest’anno ricorrono i 500 anni del matrimonio di Camilla Gonzaga (figlia di Giovanni, signore di Vescovato, uomo di corte e di armi sotto il vessillo degli Sforza) con Rossi di San Secondo. Un ritratto di Camilla Gonzaga, dipinto dal Parmigianino, può essere ammirato al Prado, in tutto il suo fulgore di grande raffinatezza.  Per festeggiare questo anniversario importante, si organizzerà un palio. Il focus, poi, si è spostato sulla figura della cognata di Giovanni, Isabella d’Este, marchesa di Mantova, che, a sedici anni, sposò Francesco Gonzaga, di cui fu valentissima collaboratrice. Definita “la Signora per eccellenza” del Rinascimento italiano, molto raffinata, amante della musica, della poesia, delle arti, dei vestiti e dei gioielli, fece di Mantova un centro di cultura. Abile diplomatica, resse il governo del ducato con mano ferma, sia durante la prigionia del marito a Venezia, ottenendone la liberazione, sia dopo la sua morte.  Il relatore ha voluto ricordare anche la devozione per S. Vincenzo martire, il cui corpo è conservato nella parrocchia di Vescovato ed è oggetto di culto e venerazione.
L’interessante meeting si è svolto il 26 gennaio u.s., giorno che precede la giornata della Memoria: ecco perché il prof. Morenghi, ha identificato la ‘giudecca’, quartiere in cui vivevano gli Ebrei, dotati di competente capacità mercantile e commerciale, che prestavano denaro ad usura e, spesso, per ciò, si verificavano momenti di violenza. Questo, però, non è accaduto a Vescovato, sia perché i Gonzaga erano molto tolleranti verso gli Ebrei, sia perché questi ultimi, sempre molto vigili ed attenti, miravano a recuperare le somme prestate, privilegiando la realtà dei buoni affari quotidiani.
L’ultimo accenno alla cultura vescovatina riguarda la figura del giradùur, sempre in giro per le strade ad esercitare il commercio ambulante: vendeva frutta, raccoglieva stracci, pezzi d’antiquariato, monete svalutate, trasformando, quelli che erano rifiuti, o merce di scarto, in risorse., come cordame rotto, stoppa di scarto del lino, fondi di botte, seta di scarto, rottami di ferro, pelli di coniglio e di gatto. La soffitta del giardùur diventava, così, uno scrigno variegato con un che di magico.
La serata, di particolare interesse culturale, ha rappresentato un momento di nostalgia e di ricostruzione di un passato che ha ancora modelli e stili vivi ed attuali da proporci.

Adriana Cortinovis Sangiovanni